la solitudine del maratoneta

durante la mia mezza di ieri ho capito che la solitudine del maratoneta è una grande fesseria. ero in tensione per il risultato finale e non mi sono goduto appieno sia i giorni in vostra compagnia che i momenti prima della gara. poi fra il 10° e l'11° km un'emozione inaspettata mi ha aperto il cuore... un gufo con gli occhiali neri che gridava forza ciuto e non era neanche da solo: insieme a lui gli amici di mille avventure che si sono svegliati "all'alba di domenica" per essere li ed hanno coinvolto anche le loro donne in questo sforzo comune di generosità. da li in poi la mia gara è diventata + umana e negli ultimi 3/4 km è stata anche sofferenza come dimostrano i miei battiti al massimo registrati dal forerunner. all'arrivo insomma cercavo soltanto loro e loro per fortuna il mio abbraccio puzzolente.
al chi mi ha ostacolato mentre cercavo il riforninmento al 15km e, quando l'ho spostato, mi ha urlato "tanto non la vinci", devo dire che ha capito poco dello spirito della corsa; nel mio caso la gara è sempre contro me stesso e non contro gli altri.
un grazie a tutti quelli che mi hanno sostenuto, a pepo per aver deciso di correre comunque, a zampa fedele "compagno di corsa e di chiacchiera alla montagnetta", al presidente per avermi dedicato le mattinate delle sue domeniche (anche se con poca chiacchiera), ad andrea per il blog e le splendide immagini, a ciglione x essere il mio parametro di riferimento per i lenti (il cosiddetto ritmo ciglione) e al cazzone per averci dato riccardo. con questo pensiero ringrazio infine la famiglia:
"Possiamo giocare a guardie e ladri con la realtà, senza mai affrontare le verità che ci riguardano. Nello sport ciò è impossibile. Con il suo confuso alternarsi di fallimento e successo, lo sport ci scuote alle radici, ci spinge verso le + straordinarie scoperte su noi stessi, mette a nudo i nostri limiti e le nostre capacità" .ROGER BANNISTER – the four minute mile. 1955
ora tutti ad amsterdam (zampa included)