SAUDADE TEAM: SONO UN ATLETA PULITO...

giovedì 2 aprile 2009

SONO UN ATLETA PULITO...

Finalmente fugati tutti i dubbi di doping che avevano minacciato la reputazione di un atleta del saudade team, nonché accompagnatore dell'Amatori Rugby Milano. Lo stesso atleta interpellato dichiara: "è stata una settimana difficilissima, il solo pensiero di poter coinvolgere due sport così puliti come l'atletica ed il rugby in uno scandalo doping, mi ha messo molta tensione anche se in fondo ero sicuro di aver agito nel rispetto delle regole. Come disse una volta il proprietario del killer plastic di milano al giornalista di report "l'unica droga è la ....". correte uomini

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Uomo, nella droom zone tutto è silenzio
Il dolore è folle eppure è sotto controllo,ogni malanno scompare
Il fiato salirà come fumo nell’aria fredda e i tuoi occhi rifletteranno lo sguardo di un lupo
E da una notte insonne capirai più cose di un anno di sonno: quando il giorno finisce, quando la luce si spegne, quando inizia la solitudine si evocano i pensieri di una fine. La fine di un’esistenza con gli errori e i rimpianti
Uomo, bisogna morire ogni volta per rinascere, ma quando la luce ritornerà riprenderai il passo, riprenderai la strada senza far rumore
Uomo, avere una meta vuol dire dominare il presente con il futuro
Nella pazienza c’è la tua anima Uomo, la fretta viene dal demonio
Resistere molto, obbedire poco
Uomo tu non devi fermare il dolore Uomo, devi diventare il dolore
Il dolore è temporaneo, l’orgoglio è per sempre
Uomo, il dolore è soltanto debolezza che abbandona il corpo

By Aldo Rock

Tutti possono scendere con gli amici su un campo da calcio e giocare 90' o su uno da tennis e giocare 3 set o su uno da basket e comunque qualche canestro entra. La maratona no. Nel senso che parti e quei 42km e 195m sono così tanti che non sai cosa ti succederà, il tuo corpo ti dirà fermati e la tua mente lo contrasterà imponendogli di andare avanti, trovando la forza di resistere ad una sofferenza sempre maggiore...ed è così incognito il percorso che parti senza nessuna sicurezza di arrivare. Ecco perché il rispetto più grande per chi scende in campo a correre la mara non è per il vincitore, in un certo senso ha fatto il suo dovere: la sua vita, il suo lavoro è correre; il rispetto più grande è per il finisher, per chi ha trovato il cuore, l'energia e il coraggio di affrontare la sfida.
Perché il finisher, nel freddo e nel buio dei mesi invernali e comunque nella solitudine dei suoi allenamenti è partito da zero....e ha iniziato a correre 15 minuti, poi 20 poi 30 poi 40 e poi un'ora dopo un mese....e quella è stata la fatica più dura...correre da zero a 1 ora è molto più difficile che aumentare la corsa da 1 ora a 2 ore.....ma poi sempre più allenato ha fatto anche quello, e un giorno, in un parco, ne ha corso 32 di km, il famoso lungo.....mentre pochi mesi prima era convinto non ci sarebbe mai riuscito. E poi il grande giorno.....corre il suo 42°km e piange perché c'è riuscito e per un momento, come dice Coelho, tutto il mondo si è coalizzato perché si realizzasse quel suo momento....sono soli pochi minuti costati decine di ore di fatica, solitudine, viaggio in se stessi, passaggi da stati di euforia a stati di disperazione e ritorno, ma sono eterni....

Zampa